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Quali sono gli effetti del CBD? FAQ sulla Cannabis Light

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Il CBD ha tanti effetti documentati dalla scienza e qui analizzeremo i più importanti. 


Gli effetti benefici del CBD

Distende i muscoli, allevia i dolori cronici, riduce le crisi epilettiche, protegge le arterie e migliora la qualità del sonno, gli effetti del CBD sono moltissimi e il numero degli studi e delle testimonianze in merito continua ad aumentare di giorno in giorno.

In questo articolo vedremo quelli più documentati dalla scienza ma il CBD ha tante altre proprietà terapeutiche che sono ancora sotto esame da parte dei medici e ricercatori.

Negli ultimi anni, questa sostanza ha ampliato la sua notorietà e sono sempre di più le persone curiose di sapere cos’è il CBD e quali benefici apporta. Anche la scienza si è esposta a favore del suo utilizzo in campo medico con l’approvazione del primo farmaco a base di CBD, l’Epidiolex.

Gli effetti del CBD sull’organismo avvalorati dai ricercatori sono:

• Antiepilettico e anticonvulsivante;
• combatte il diabete e protegge le arterie;
• antispasmodico;
• antibatterico;
• controlla la pressione sanguigna;
• antiossidante e antinfiammatorio;
• ansiolitico e antipsicotico;
• antidolorifico;
• aiuta a combattere le dipendenze;
• calmante e lenitivo.

Ora andremo a scoprirli insieme e approfondiremo tutte le proprietà positive del cannabidiolo.

Effetto CBD 1: riduce le crisi epilettiche

Nel 2018 la Food and Drug Administration (FDA), ossia l’ente statunitense che approva e regolamenta gli alimenti e i farmaci per conto del Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti d'America, ha dato la sua approvazione ad un farmaco contro l’epilessia a base di CBD: Epidiolex.

L’approvazione da parte dell’ FDA, a cui ha fatto seguito anche l’approvazione da parte dell’EMA, l’Agenzia europea per i medicinali, ha aperto molte prospettive all’uso medico della cannabis e ha confermato l’efficacia del CBD come antiepilettico.

Nella fase iniziale, Epidiolex poteva essere prescritto solo per trattare e gestire meglio le crisi epilettiche dovute alla sindrome di Lennox-Gastaut e alla sindrome di Dravet, due patologie poco diffuse ma estremamente aggressive che provocano convulsioni. La sua somministrazione è consigliata al di sopra dei due anni di età.

Nel 2020, l’uso del farmaco è stato esteso anche alle convulsioni provocate da TSC (sclerosi tuberosa complessa).

Effetto CBD 2: può alleviare il dolore cronico

L’uso della cannabis come antidolorifico ha una storia molto antica e la prima documentazione che ne attesta l’impiego è lo Shénnóng Běncǎo Jīng, una sorta di enciclopedia cinese sull'agricoltura e i rimedi naturali da utilizzare in medicina, risalente al 2900/2800 a.C.

Tuttavia, dopo circa quattromila anni, la ricerca sugli effetti benefici dell’olio di CBD è ancora in corso a causa delle discussioni sulla sua legalità.

Al momento esistono numerosi studi e ricerche che evidenziano le potenzialità dei cannabinoidi nel trattamento dei dolori e del dolore cronico, ma non hanno validità statistica a causa dell'esiguità dei campioni. La somministrazione di CBD contro il dolore dà ottimi risultati sia ad uso transdermico che con la somministrazione per via orale. L’applicazione topica dell’olio di cannabidiolo riduce le tensioni e gli spasmi, i dolori articolari e il dolore dovuto all’artrite, portando sollievo e alleviando la sofferenza acuta.

L’assunzione per via orale, affermano gli scienziati, riduce le neuropatie e agisce su diversi tipi di dolore, comprese le tipologie più resistenti ad altri tipi di trattamento.

Sull’effetto antidolorifico del CBD è interessante una revisione del 2018 che ha passato in rassegna una molteplicità di studi sul CBD nel trattamento del dolore neuropatico, confermandone la validità. Una ricerca pubblicata nel 2012 e disponibile sul BMJ Journal, inoltre, ha valutato la risposta di 279 pazienti affetti da sclerosi multipla al trattamento con estratto di cannabis, confermando il miglioramento avvertito dai pazienti durante le cure e il sollievo dalla rigidità muscolare.

Effetto CBD 3: aiuta a ridurre l’ansia

Considerata il male del secolo, l’ansia è un disturbo che si è diffuso enormemente con lo stato di continua allerta dovuto alla pandemia. Nei mesi scorsi sono state circa due milioni e mezzo le persone che si sono sentite ansiose, numeri che richiedono massima allerta e la ricerca di trattamenti naturali e poco invasivi.

Sono moltissimi i consumatori che ricorrono ai cannabinoidi per ridurre l’ansia ma non tutti riescono ad ottenere i risultati sperati, lamentando, al contrario, un aumento delle sensazioni di ansia e panico. Questa differenza nella risposta individuale, in realtà, è imputabile al contenuto di THC - tetraidrocannabinolo, il componente psicoattivo della cannabis - delle sostanze utilizzate.

Da un articolo pubblicato su Neuropsychopharmacology, infatti, si evince che il rapporto incoerente tra ansia e cannabinoidi è dovuto al fatto che, una dose elevata di THC potrebbe indurre a stati l’ansia, mentre il CBD allevia lo stato ansiogeno con un'efficacia pari ad un ansiolitico.

Durante questa ricerca sul CBD nel disturbo da ansia sociale e ansia di parlare in pubblico, i ricercatori hanno riscontrato che, dopo la somministrazione di CBD, i soggetti affetti da ansia sociale hanno avvertito una forte riduzione dell’ansia, un minore disagio nel parlare in pubblico e ridotto l’attenzione al discorso preparatorio.

Effetto CBD 4: aiuta ad alleviare gli effetti collaterali della chemioterapia

Il CBD è un rimedio dal potente effetto antiemetico, molto utile come coadiuvante nei pazienti che subiscono trattamenti antitumorali. La sua efficacia nel ridurre vomito e nausea dipende dalla capacità della molecola di intervenire nella trasmissione del segnale da parte del’IIC, la regione del cervello considerata il centro del vomito e responsabile della nausea.

I trattamenti anticancro, sebbene possano costituire un salvavita per molte persone, sono estremamente faticosi da sopportare e provocano effetti collaterali pesanti, come nausea, vomito, dolore diffuso e perdita di appetito.

L’assunzione di cannabidiolo, accanto ai farmaci tradizionali, riesce ad aumentare la tolleranza ai medicinali, riducendo la nausea e il vomito ritardati indotti dalla chemioterapia. Uno studio effettuato su 16 pazienti, a cui è stato somministrato un farmaco a base di CBD insieme alle terapie antiemetiche classiche, ha dimostrato una protezione superiore dagli effetti collaterali della chemioterapia e la riduzione di questi ultimi.

Effetto CBD 5: aiuta a ridurre la dipendenza da alcol o droghe

Sebbene alcune persone associno i cannabinoidi alla dipendenza, la realtà è ben diversa. A differenza del THC, gli effetti psicotropi nel CBD sono inesistenti, per cui questa sostanza non altera la mente, non provoca l’effetto sballo e non dà dipendenza. Anzi, il cannabidiolo riduce i disturbi associati alle dipendenze e agli abusi da alcool e droghe, migliorando la risposta allo stress e all'astinenza.

La sua validità è stata dimostrata sia su persone in astinenza da eroina che sui malati di cancro a cui venivano somministrati oppiacei per la gestione del dolore. Dagli studi su cavie e sugli esseri umani, quindi, è emerso che la cannabis interviene nei circuiti cerebrali che regolano la risposta alle dipendenze, aiutando a controllare le pulsazioni e i livelli di ormoni.

Da una revisione effettuata nel 2015 su articoli scientifici pubblicati Pubmed e MEDLINE sono stati individuati 14 studi, in parte condotti su cavie animali e, in parte, sugli umani.

Il dato principale è che il CBD sembra avere un impatto importante nel prevenire la ricaduta della dipendenza da oppioidi e nel ridurre la necessità di assumere droghe.

Effetto CBD 6: aiuta nei disturbi da stress post traumatico

Il disturbo da stress post-traumatico (PTSD) si manifesta in seguito ad eventi scioccanti, vissuti in prima persona o in cui si è rimane coinvolti, come abusi, violenze, incidenti, lutti, guerre. Si tratta di una condizione molto complessa da gestire perché può provocare insonnia, stati di ansia e depressione, ricordi e flash relativi all’evento che comportano un forte stress emotivo.

Gli effetti rilassanti del CBD tendono a migliorare la risposta individuale alla tensione e allo stato di paura, migliorando la qualità del sonno e controllando la memoria e le funzioni cognitive.

Come agisce il CBD nel disturbo post traumatico da stress?

Seppure i meccanismi non siano ancora del tutto ben definiti, sembra che il cannabidiolo stimoli l’azione degli endocannabinoidi e interagisca anch’esso con il sistema endocannabinoide, modulando l’azione dei neurotrasmettitori. In questo modo si previene uno stimolo eccessivo dei neuroni, aiutando il soggetto a mantenere uno stato di calma e il controllo sulla memoria e le funzioni cognitive.

Uno studio effettuato su un campione di undici pazienti e condotto nel Wholeness Center, una clinica psichiatrica ambulatoriale, ha valutato gli effetti del CBD sui sintomi del disturbo da stress post-traumatico. Durante le 8 settimane di trattamento con CBD per via orale, si è osservata una diminuzione generale della sintomatologia provocata dai disturbi da stress post traumatico. Inoltre, i pazienti hanno riferito un miglioramento della qualità del sonno, in particolare nella frequenza e nell’intensità degli incubi.

Effetto CBD 7: aiuta in caso di depressione

Caratterizzata da scarsa autostima, insonnia e astenia, la depressione è una patologia psichiatrica diffusa tra i giovani e gli adulti. Tra i suoi sintomi più comuni vengono spesso riscontrati inappetenza, frustrazione, tristezza e tendenze suicide che incidono pesantemente sulla conduzione di vita dei pazienti.

Il ricorso agli antidepressivi, in alcuni casi, è fondamentale ma molti ricercatori sostengono che è possibile affrontare questa problematica anche con l’aiuto di sostanze naturali, dalle potenti proprietà antidepressive come il cannabidiolo.

Gli effetti dell’olio di CBD sulla depressione sono correlati alle sue proprietà ansiolitiche, antipsicotiche e neuroprotettive che tendono a ridurne i sintomi, a tenere a bada l’ansia e a stabilizzare l’umore.

Molti studi condotti su modelli animali hanno sottolineato che il CBD riesce anche a controbilanciare gli effetti psicotici del THC, controllando il suo effetto ansiogeno. Il CBD, infatti, agisce su aree del cervello come l’amigdala e il cingolato anteriore e posteriore modulando la percezione degli stimoli di paura e tristezza.

Effetto CBD 8: aiuta a dormire meglio

Grazie al suo effetto rilassante, l’olio di CBD migliora la qualità del sonno e favorisce l’assopimento. L’insonnia e la difficoltà di prendere sonno sono condizioni che possono verificarsi per diverse cause e lo stress è una delle più diffuse. I ritmi di vita a cui siamo sottoposti quotidianamente impediscono un reale relax e, di conseguenza, ansia, preoccupazione e stress entrano in camera da letto, favorendo i disturbi del sonno.

Molte testimonianze da parte di consumatori di CBD e gli studi sugli animali dimostrano che il cannabidiolo favorisce il sonno, migliora la qualità del riposo e riduce la quantità di tempo per addormentarsi.

Il CBD ha anche effetti collaterali? Quali sono?

Una risposta fondamentale a questo interrogativo arriva dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha sdoganato completamente il cannabidiolo dalla lista delle sostanze dannose per l’organismo, facendolo rimuovere dalla tabella della Convenzione unica sugli stupefacenti.

Ad ogni modo, se è vero che il CBD non ha effetti negativi a meno che non si abbiano problemi con la molecola o non si assumano altri farmaci, è necessario conoscere gli effetti collaterali di lieve entità che può provocare.

Alcuni consumatori, dopo aver assunto cannabis hanno lamentato un’eccessiva stanchezza, occhi rossi, sete e gola secca. In altri casi, ci sono stati abbassamenti della pressione e difficoltà di concentrazione.

Tra i fastidi, si possono annoverare anche disturbi intestinali, nausea e disattenzione.

Tuttavia, per poter parlare di effetti collaterali del CBD, bisogna sempre valutare la percentuale degli altri cannabinoidi presenti nella sostanza utilizzata e la tipologia di prodotto scelta.

Non solo. Anche l’azienda produttrice deve essere affidabile, evitando tutte le coltivazioni che utilizzano pesticidi chimici e diserbanti e che si affidano a tecniche rudimentali per la preparazione dei prodotti derivati.

Attualmente, non si dispone ancora di dati ufficiali sull’uso di prodotti a base di CBD protratto nel tempo anche sei i primi studi che stiamo contribuendo a realizzare con il Novel Food Consortium presso EHIA - European Industrial Hemp Association, sono molto rassicuranti.

Lo stesso discorso va fatto per la fertilità maschile e per le donne in cerca di una gravidanza, sui quali non si hanno studi di rilievo.

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